
Quando avevo 13-14 anni, ed andavo alle medie, per la prima volta sono entrata nel mondo di Omero, il poeta a cui sono attribuite l'Iliade e l'Odissea, anche se i più pensano che i due capolavori siano il risulatao di più compositori, aedi, ovvero cantori, che andavano a giro per l'Ellade a cantare delle gesta di eroi, di dei e di vita.
Insomma quando per la prima volta sono entrata in quel mondo, me ne sono letteralmente innamorata, e non l'ho più lasciato. Ho fatto il liceo classico solo per amore di una società antica, dei suoi miti e della sua storia, e a cose fatte ne sono più che contenta. L'amore per la mitologia greca si è poi ampliato e ha lasciato spazio alla mitologia tutta dalla nordica alla africana, a quella degli indiani d'america, etc, fino ad arrivare a quella fantasy grazie all'Omero moderno che è stato Tolkien.
Questo mondo però è un pò aulico, perchè è scritto da autori antichi, con un linguaggio un pò prolisso, e insomma noioso a volte, ma bellissimo. Avere il canale giusto d'accesso può facilitare la divulgazione di questo mondo, anche col rischio di "barbarizzarne" la forma. Eppure è una necessità sempre più sentita.
Così vi segnalo due autori che hanno cercato di riscrivere l'Iliade e l'Odissea in chiave moderna, in volumetti accettabili....Ovviamente non sono come gli originali, ma rendono l'idea molto bene, e la lasciano acceddere ai nostri tempi e ritmi.
Il primo è "Omero, Iliade" di A. Baricco, (ecco che ritorna il must), e ripercorre le tappe della bellissima storia, facendo parlare i personaggi stessi....in realtà è una serie di monologhi, infatti è stato pensato per una rappresntazione teatrale. Il tutto è reso beinissimo, l'autore ad inizio libro spiega i suoi perchè, cosa c'è di diverso e perchè....
Il secondo è "Dicono di Odisseo", di Imme Dros, dove l'autrice olandese ripercorre le avventure di Odisseo, noto ai più come Ulisse, attraverso una serie di racconti dei vari personaggi del racconto che narrano a Temaco le sorti del padre..
Riporto qui un passo:
"Il racconto di Mentore
Tornare a raccontare del passato? Tornare a raccontare della partenza di Odisseo?
La storia telemaco la conosci ormai meglio di me...Ma sia come vuoi. Ascolta
[...]
Appena il vento fu propizio, le navi fecero vela per l'aulide. Le vedo ancora allontanarsi all'orizzonte. Dodici navi nere". (tratto da Dicono di odisseo, di Imme Dros, Salani Editore)
Entrambi riescono a cogliere la bellezza dei due capolavori della poesia umana, alla base di tutta la storia della letteratura occidentale.
Non mi resta che augurarvi buona lettura
Insomma quando per la prima volta sono entrata in quel mondo, me ne sono letteralmente innamorata, e non l'ho più lasciato. Ho fatto il liceo classico solo per amore di una società antica, dei suoi miti e della sua storia, e a cose fatte ne sono più che contenta. L'amore per la mitologia greca si è poi ampliato e ha lasciato spazio alla mitologia tutta dalla nordica alla africana, a quella degli indiani d'america, etc, fino ad arrivare a quella fantasy grazie all'Omero moderno che è stato Tolkien.
Questo mondo però è un pò aulico, perchè è scritto da autori antichi, con un linguaggio un pò prolisso, e insomma noioso a volte, ma bellissimo. Avere il canale giusto d'accesso può facilitare la divulgazione di questo mondo, anche col rischio di "barbarizzarne" la forma. Eppure è una necessità sempre più sentita.
Così vi segnalo due autori che hanno cercato di riscrivere l'Iliade e l'Odissea in chiave moderna, in volumetti accettabili....Ovviamente non sono come gli originali, ma rendono l'idea molto bene, e la lasciano acceddere ai nostri tempi e ritmi.
Il primo è "Omero, Iliade" di A. Baricco, (ecco che ritorna il must), e ripercorre le tappe della bellissima storia, facendo parlare i personaggi stessi....in realtà è una serie di monologhi, infatti è stato pensato per una rappresntazione teatrale. Il tutto è reso beinissimo, l'autore ad inizio libro spiega i suoi perchè, cosa c'è di diverso e perchè....
Il secondo è "Dicono di Odisseo", di Imme Dros, dove l'autrice olandese ripercorre le avventure di Odisseo, noto ai più come Ulisse, attraverso una serie di racconti dei vari personaggi del racconto che narrano a Temaco le sorti del padre..
Riporto qui un passo:
"Il racconto di Mentore
Tornare a raccontare del passato? Tornare a raccontare della partenza di Odisseo?
La storia telemaco la conosci ormai meglio di me...Ma sia come vuoi. Ascolta
[...]
Appena il vento fu propizio, le navi fecero vela per l'aulide. Le vedo ancora allontanarsi all'orizzonte. Dodici navi nere". (tratto da Dicono di odisseo, di Imme Dros, Salani Editore)
Entrambi riescono a cogliere la bellezza dei due capolavori della poesia umana, alla base di tutta la storia della letteratura occidentale.
Non mi resta che augurarvi buona lettura
Lisa
1 commento:
Vediamo se sai di chi è questa canzone su Ulisse!:D
Bisogni che lo afferri fortemente
che, certo, non appartenevo al mare
anche se Dei d’Olimpo e umana gente
mi spinsero un giorno a navigare
e se guardavo l’isola petrosa
ulivi e armenti sopra a ogni collina
c’era il mio cuore al sommo d’ogni cosa
c’era l’anima mia che è contadina;
un’isola d’aratro e di frumento
senza vele, senza pescatori,
il sudore e la terra erano argento
il vino e l’olio erano i miei ori.
Ma se tu guardi un monte che hai di faccia
senti che ti sospinge a un altro monte,
un’isola col mare che l’abbraccia
ti chiama a un’altra isola di fronte
e diedi un volto a quelle chimere
le navi costruii di forma ardita,
concavi navi dalle vele nere
e nel mare cambiò quella mia vita
ma il mare cambiò quella mia vita
ma il mare trascurato mi travolse:
senza futuro era il mio navigare
Ma nel futuro trame di passato
si uniscono a brandelli di presente,
ti esalta l’acqua e al gusto del salato
brucia la mente
e ad ogni viaggio reinventarsi un mito
a ogni incontro ridisegnare il mondo
e perdersi nel gusto del proibito
sempre più in fondo
E andare in giorni bianchi come arsura,
soffio di vento e forza delle braccia,
mano al timone e sguardo nella pura
schiuma che lascia effimera una traccia;
andare nella notte che ti avvolge
scrutando delle stelle il tremolare
in alto l’Orsa è un sogno che ti volge
diritta verso il nord della Polare.
E andare come spinto dal destino
verso una guerra, verso l’avventura
e tornare contro ogni vaticino
contro gli Dei e contro la paura.
E andare verso isole incantate,
verso altri amori, verso forze arcane,
compagni persi e navi naufragati;
per mesi, anni, o soltanto settimane?
La memoria confonde e dà l’oblio,
chi era Nausicaa, e dove le sirene?
Circe e Calypso perse nel brusio
di voci che non so legare assieme.
Mi sfuggono il timone, vela e remo,
la frattura fra inizio ed il finire,
l’urlo dell’accecato Poliremo
ed il mio navigare per fuggire.
E fuggendo si muore e la morte
sento vicina quando tutto tace
sul mare, e maledico la mia sorte
non trovo pace
forse perché sono rimasto solo
ma allora non tremava la mia mano
e i remi mutai in ali al folle volo
oltre l’umano.
La vita del mare segna false rotte,
ingannevole in mare ogni tracciato,
solo leggende perse nella notte
perenne di chi un giorno mi ha cantato
donandomi però un’eterna vita
racchiusa in versi, in ritmi, in una rima,
dandomi ancora la gioia infinita
di entrare in porti sconosciuti prima
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