venerdì 5 ottobre 2007

Un tributo al poeta con la P maiuscola




L'infinito


Sempre caro mi fu quest'elmo colle,

e questa siepe, che da tanta parte

dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.

Ma sedendo e mirando, interminati

spazi di là da quella, e sovramuni

silenzi, e profondissima quiete

io nel pensier mi fingo; ove per poco

il cor non si spaura. E come il vento

odo stormir tra queste piante, io quello

infinito silenzio a questa voce

vo comparando: e mi sovvien l'eterno,

e le morti stagioni, e la presente

e viva, e il suon di lei. Così tra questa

immensità s'annega il pensier mio:

e il naufragar m'è dolce in questo mare.




E' uno dei poeti più importanti della nostra letteratura, il più triste forse della storia della poesia, colui che fu preso da esempio dal filosofo Schopenhauer per poter meglio spiegare la sua filosofia.....sto parlando ovviamente di Giacomo Leopardi. Di lui si può dire tutto e tanto, si può odiare o amare; è certo il poeta del dolore e forse quello del non vivere, ma è un grande poeta che grandiosamente ha saputo esprimere le sue emozioni in poesia in modo sublime.

Io non so commentare da critica le sue poesie, le ho studiate e ristudiate spesso, come tutti, ma se c'è una cosa che ho imparato dopo cinque anni di liceo classico è che le poesie hanno un suono, un ritmo, un significato e tutto queste cose sono solo lo specchio di un sentimento, un messaggio e una emozione. Ecco secondo me Lui ha saputo fare tutto questo. E quando si legge le sue poesie più delle figure retoriche e delle parole forbite conta saper assaporare la musica del suo canto. Punto.La poesia che più amo di Leopardi è L'infinito. E mi parrebbe un vero affronto non riportarla in questo blog che porta il nome della musa della poesia lirica.Perdonatemi se mi sono presa la libertà di sottolinearne alcune frasi e parole.

Ora non sto a fare l'analisi del testo, perché io voglio solo leggere questa poesia, e solo voglio sentirne le emozioni e i suoni, però è questo il canto che sa parlare del sogno, di quello che immaginiamo e ci rianima, di quello che c'è al di la del tutto e che appunto è L'infinito.


Lisa